18 dicembre 2006

Baricco riscrive "Il flauto magico" / 2

La nota propensione dello scrittore Alessandro Baricco per l'opera lirica si è tradotta nell'originale riscrittura delle parte drammaturgica del Flauto magico, che debutterà al Teatro Regio di Torino martedì 12 dicembre (repliche fino al 24, già tutte esaurite a eccezione dei last minute).
L'autore di Seta ha immaginato che gli abitanti di un piccolo centro dovessero allestire un'opera in occasione della visita di un'importante autorità. L'impresario incaricato dello spettacolo li raduna perciò in piazza, al fine di illustrare le varie scene, assegnando a ognuno il proprio ruolo. In questo modo, attraverso l'artificio del «teatro nel teatro», le vicende di Tamino, Papageno e Pamina tornano protagoniste.

Lo sforzo produttivo compiuto dal Regio con il contributo straordinario di Fondazione Crt ha permesso di affidare la regia dell'opera a Oskaras Korsunovas,giovane regista lituano, recente vincitore del X Premio Europa per le Nuove Realtà Teatrali. Sul podio del direttore d'orchestra salirà invece Fabio Biondi, che alterna la direzione d'orchestra all'attività di virtuoso violinista, già vincitore del Premio Abbiati e fondatore dell'orchestra specializzata in musica antica Europa Galante. Recente vincitore dell'Abbiati è anche il baritono Nicola Ulivieri, che dividerà il ruolo di Papageno con Alex Esposito. La compagjne canora risulta anche composta da Rachel Harnisch (Gemma Bertagnolli) nel ruolo di Pamina, Topi Lehtipuu (Ferdinand von Bothmer) in quello di Tamino, Gunther Groissböck (Pavel Kudinov) in quello del perfido Sarastro e Ingrid Kaiserfeld (Elisabeth Vidal) in quello della Regina della notte. Il Coro del Teatro Regio sarà diretto dal maestro Claudio Marino Moretti.

Tra le curiosità che accompagnano questa nuova e irrituale edizione dell'opera mozartiana, che cade alla fine delle celebrazioni per il 250/mo anniversario dalla nascita del compositore salisburghese, la presenza in scena di quattro attori di cabaret, i Turbolenti, cui è stata demandata la recitazione delle nuove parti create da Baricco. Un esperimento che attende solo di essere sottoposto al giudizio di pubblico e critica.